“Noi siamo ciò che mangiamo”, così diceva il filosofo tedesco Feuerbache nel lontano 1800.
A guardarla bene non era del tutto in torto, considerato l’impatto generale che l’alimentazione può avere sulla nostra salute.
Se nei più giovani gli effetti negativi di un mangiare poco sano si manifestano soprattutto con evidenti variazioni del peso, una dieta per anziani errata e povera dal punto di vista nutrizionale, è spesso causa di ulteriori e ben più gravi problematiche. Problemi cardiovascolari, diabete, tumori e disfunzioni renali, per citarne solo alcune.
Ma cosa vuol dire dieta “povera”, e perché questa può avere un’influenza così forte sulla qualità della nostra vita?
“Mangiare è una necessità. Mangiare intelligentemente è un’arte.”
– François de La Rochefoucauld
Le basi di una dieta sana per anziani (e non solo)
Parlare di povertà, in termini di nutrizione non si riferisce solo alla “quantità” ingerita o all’economicità del prodotto. A definire la ricchezza di un particolare cibo sono anche altri fattori, quali la qualità dei nutrienti e la salubrità della preparazione; che non sempre si accompagnano alle caratteristiche organolettiche (quelle che ci appagano a livello sensoriale) del pasto.
Lo sanno bene coloro che pagano con qualche bruciore e disturbo digestivo le prelibate specialità della nonna, tanto saporite quanto spesso abbondanti di condimenti grassi e poco digeribili.
Mangiare intelligentemente vuol dire sapere cosa mangiamo e conoscere la funzione dell’alimento sul nostro corpo. Molto utile, anche se non sempre necessario, è quindi poter distinguere i vari nutrienti nelle loro categorie più grandi: macronutrienti e micronutrienti.
I macronutrienti sono gli elementi di base nel fornirci energia e nel tenere attive le nostre funzioni vitali primarie, e sono:
- proteine: hanno soprattutto funzione riparatrice dei tessuti muscolari, aiutandoci quindi a preservare la nostra massa “magra”. Presenti in abbondanza in carne, pesce e latticini e in minore quantità nei cereali e legumi;
- carboidrati: la grande famiglia degli “zuccheri”, organizzati in catene più o meno complesse (come possono esserlo gli amidi) e che risultano il carburante per il nostro corpo immediatamente disponibile. Pane, riso, pasta ne sono ricchi ma anche frutta e verdura particolarmente zuccherina;
- grassi: rappresentano l’energia di riserva apportando più calorie di tutti (9 kcal/g), ma risultano fondamentali anche in alcuni funzioni regolatrici come quelle ormonali. Possono essere di origine animale (latticini, uova, carne e pesci grassi) o vegetale (frutta secca e oli).
I micronutrienti, necessari in minori quantità e che non apportano energia, sono invece:
- vitamine: svolgono funzione regolatrice e protettiva dell’organismo e il loro fabbisogno varia molto da persona a persona. Una carenza eccessiva anche solo di alcuni gruppi può determinare disturbi che nei casi peggiori si trasformeranno in malattie debilitanti;
- sali minerali: svolgono funzioni simili alle vitamine e, come quest’ultime, si trovano principalmente in frutta e verdura, in quantità e qualità spesso dipendenti dal metodo di lavorazione e dalle caratteristiche dei terreni di coltivazione.
Completano il quadro l’acqua, la cui funzione è vitale per il metabolismo e l’alcool, che apporta 7 kcal/g (ma che è tossico per il nostro corpo, risultando pertanto non indispensabile). Per approfondire l’argomento, puoi leggere anche il nostro articolo in cui analizziamo gli effetti della disidratazione negli anziani.
A chi rivolgersi per una dieta per anziani
Avere un’idea di base dei principi della nutrizione può essere sicuramente utile a spingerci nell’apportare alcuni miglioramenti ai nostri pasti. Tuttavia, in alcuni casi è consigliato rivolgersi a un professionista. Ma a chi di preciso?
Dietologo, dietista, nutrizionista. Tanti ruoli apparentemente simili ma in verità diversi tra loro. Per i quali è dunque utile fare un po’ di chiarezza:
- Il dietologo è un medico specializzato in Scienze dell’Alimentazione, che opera diagnosticando patologie ed elaborando diete a fini terapeutici e per tutelare l’integrità del paziente malato, talvolta prescrivendo farmaci e integratori;
- Il dietista è un operatore sanitario con una laurea in dietistica, che può prescrivere diete ai soggetti malati e sani, educare all’alimentazione e alla nutrizione e fornire consulenza o fare ricerca nell’industria alimentare. Non è abilitato a fare diagnosi di patologie, ma è comunque una figura competente e preparata a cui ci si può rivolgere per un supporto qualificato;
- Il nutrizionista è invece una figura generica dell’area della nutrizione, con la quale spesso si fraintende quella del biologo nutrizionista. Quest’ultimo possiede una conoscenza approfondita della composizione biochimica degli alimenti e che come il dietista può strutturare diete per singoli individui o mense. Ma non può prescrivere farmaci né diagnosticare malattie, tanto meno delineare diete per soggetti malati senza le indicazioni del medico curante.
Alcuni consigli per la dieta dell’anziano
Come abbiamo visto, una dieta povera possiede effetti deleteri per l’organismo ed esponenzialmente maggiori per la persona anziana. Tuttavia, per coloro che godono di buona salute in terza età non è necessario l’intervento di un professionista. Piuttosto può essere utile verificare che la propria alimentazione segua le linee guida del Ministero della Salute sulla dieta mediterranea. La quale rappresenta una dieta, per gli anziani e per i giovani, ottimale dal punto di vista nutrizionale.
Tutto ciò senza tralasciare uno stile di vita attivo e dinamico, che, unitamente al giusto apporto proteico ci aiuterà nel preservare la massa muscolare. Questa risulterà fondamentale nel contenere quelle patologie che vanno a colpire il nostro apparato scheletrico, quali l’osteoporosi, oltre al mantenere una buona autonomia motoria.
Gli alimenti per gli anziani debilitati
Fornire aiuto ai propri genitori anziani, magari costretti a letto da malattia o disabilità, passa inevitabilmente attraverso l’alimentazione e la nutrizione. Il primo punto fondamentale è quello di idratare l’anziano frequentemente, anche quando questi non ha sete. Quando poi si preparano i pasti per gli anziani indeboliti da malattia o disabilità, l’obbiettivo generale è quello di evitare la malnutrizione e tutte le sue nefaste conseguenze, fornendo sempre un regolare apporto di tutti i nutrienti. Ecco nel pratico alcune utili indicazioni nell’organizzare una dieta per l’anziano debilitato, le quali comunque possono coadiuvare ma non sostituirsi a quelle del professionista competente:
- evitare pasti abbondanti, che possano appesantire il processo digestivo (con ripercussioni sul senso di malessere dell’anziano), ricorrendo piuttosto a più pasti distribuiti strategicamente nell’arco della giornata;
- limitare fortemente il consumo di alcolici, zuccheri semplici (quali dolci, caramelle e bibite zuccherate) e grassi di origine animale, prediligendo alimenti magri;
- tenere conto di un ridotto fabbisogno calorico, nell’anziano autosufficiente ma ancor più in quello allettato (costretto a letto), introducendo regolarmente alimenti poco calorici e sazianti quali alcune verdure (fonte inoltre di vitamine e sali minerali);
- favorire il consumo di cereali, i quali risultano buona fonte di fibre ed energia, nonché tendenzialmente più facili da mangiare in coloro che hanno difficoltà nel deglutire;
- non trascurare l’apporto di vitamine e sali minerali. Il calcio in particolar modo, che risulta utile nel combattere l’osteoporosi, e che si trova nel latte e derivati. Ma anche la vitamina D, normalmente sintetizzata dal nostro corpo attraverso l’esposizione al sole e per questo sempre meno presente nella terza età e nei soggetti disabili costretti in casa.
Alimentazione nella giornata internazionale del FAO
In conclusione, il 16 Ottobre di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che si occupa di sensibilizzare sull’importanza di un’alimentazione di qualità per la salute di tutti e del pianeta in cui viviamo.
È utile ricordare, in questo frangente, che molto di questo lavoro parte in primo luogo da noi: il benessere derivante dalle nostre scelte non ricade solo sulla nostra persona, ma anche su coloro che sono più fragili e affidati alle nostre attenzioni quotidiane.
“Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene se non ha mangiato bene.”
– Virginia Woolf