Uno sguardo alla vita di Nelson Mandela

Il 18 Luglio ricorre la nascita di un uomo straordinario, simbolo della lotta all’apartheid sudafricana.

La vita di Nelson Mandela è costellata di eventi significativi che hanno portato all’emancipazione dei neri dalla rigida segregazione razziale imposta dai coloni europei. Si è inoltre affermato, dopo decenni di prigionia e protesta, come primo leader nero del suo paese.

Lo spirito indomabile di Mandela a oggi non è un fenomeno risonante nel solo Sudafrica, bensì è fonte d’ispirazione globale per le battaglie civili di ogni dove.

I primi anni della vita di Nelson Mandela

Nato nel 1918 come Nelson Rolihlahla Mandela, il futuro leader del Sudafrica incarna la sua vocazione battagliera e la condizione del suo popolo nei suoi due nomi. Rolihlahla è quello nativo, che significa “attaccabrighe” nella sua lingua madre, uno degli idiomi bantu.

Nelson è invece il nome impostogli arbitrariamente presso il collegio coloniale britannico, dove il giovane studia, in sostituzione ai complessi nomi tribali dei nativi.

Nel 1940 il giovane fugge assieme al cugino a Johannesburg, al fine di evitare un matrimonio combinato, designatogli dal capotribù del suo villaggio d’origine.

Da qua inizia a studiare legge, maturando parallelamente un impegno politico sempre più accesso nel combattere la repressione dei diritti dei neri da parte della minoranza bianca al potere.

Questa scelta lo porterà all’espulsione scolastica e, nonostante ciò, a opporsi con sempre maggiore fermezza a un fenomeno tristemente in ascesa: l’apartheid.

La realtà dell’apartheid sudafricana

Apartheid è una parola della lingua afrikaans (la variabile dell’olandese parlato dai coloni europei in Africa) che significa “separazione”. Come intuibile è il vocabolo che designa la divisione forzata tra neri e bianchi, attraverso una politica segregazionista istituita dal governo afrikaner al termine della seconda guerra mondiale.

Le leggi, emanate dal governo dei coloni, avevano come obbiettivo quello di affermare la supremazia europea sulle popolazioni autoctone e arrivavano da una lunga propaganda che metteva in guardia i cittadini bianchi dal “pericolo nero”.

Queste leggi di base:

  • vietavano i matrimoni e rendevano reato i rapporti sessuali tra etnie diverse;
  • obbligavano la registrazione in elenchi nei quali si veniva catalogati per razza;
  • designavano zone specifiche dove le varie etnie sarebbero dovute vivere (ghettizzazione);
  • applicavano rigide restrizioni in materia di lavoro e diritti civili ai neri.

È in questo frangente storico che si svolge la vita di Nelson Mandela, in cui ingaggerà una delle battaglie per i diritti civili più dure della storia umana.

L’impegno politico nella vita di Nelson Mandela

Il forte senso di giustizia che guida Mandela lo spinge alla partecipazione attiva a numerose manifestazioni studentesche e nel 1942 ad aderire all’African National Congress (ANC), il partito nato a difesa dei diritti dei neri. L’azione di resistenza e di contrasto alle politiche dell’apartheid lo portano a una serie di arresti e processi, dai quali però viene sempre assolto.

L’inasprimento al volgere degli anni 60′ delle manovre segregazioniste, con feroci e frequenti repressioni militari, porta di contro al fenomeno della lotta armata. Ciò fornisce alla minoranza afrikaner al potere, l’occasione definitiva per poter mettere fuori legge i principali oppositori politici, tra cui  Mandela stesso.

Questo è l’inizio di una lunghissima detenzione: per ben 26 anni la vita di Nelson Mandela sarà segnata dalla prigionia. Dalla quale, imperterrito, continuerà a condurre la sua azione di protesta, anche a fronte di un’infezione da tubercolosi.

Nel 1990, le pressioni internazionali e le continue proteste, vedranno finalmente la liberazione di Mandela. Sarà l’inizio di un processo di transizione democratica del paese, che porterà l’uomo simbolo della ribellione all’apartheid alla presidenza del Sudafrica. Dalla quale avvierà una politica di riconciliazione, che deciderà di mettere l’unione nazionale e il benessere collettivo sopra il risentimento e la sete di vendetta per i lunghissimi torti subiti.

“Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore, è più naturale dell’odio.”

L’International Day per celebrare
la vita di Nelson Mandela

La vita di Nelson Mandela si conclude nel 2013, nella Johannesburg dove esplose il suo fervore politico. Gli ultimi anni passati nell’impegno umanitario: dalla sensibilizzazione sul rischio di infezione da HIV/AIDS, alla promozione dei processi di pace, africani quanto internazionali. Impegno che, come ricordato dallo stesso, non deve mai concludersi alla morte dei suoi simboli.

Per onorare l’opera dell’uomo e dare continuità ai suoi valori di giustizia, amore e servizio sociale, l’ONU ha istituito nel 18 Luglio il Nelson Mandela Day.

Una ricorrenza nata per donare forza e ispirare coloro che lottano per la pace nel mondo. E forse poter ricordare, a quel paese complesso e in tumulto che è ancora oggi il Sudafrica, l’immensa eredità umana del suo primo presidente nero.

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