Costo badante: come quantificarlo

Costo badante: il secondo grande dilemma per i caregiver, dopo quello di cercare la persona giusta per occuparsi dell’assistenza a casa dei propri cari.

Lo stipendio di un collaboratore dipende naturalmente da alcuni fattori che possono essere variabili. Ad esempio l’esperienza che ha maturato nel campo specifico, il tipo di assistenza richiesta, la località geografica in cui opera e se ha particolari titoli e certificazioni.

Posto che è sempre sconsigliato avviare una collaborazione senza assunzione, anche la modalità di assunzione, in funzione del servizio richiesto, incide decisamente sul salario dell’assistente per le cure domestiche.

In particolare, se presta servizio in formula di convivenza, con vitto e alloggio, solo nelle ore diurne o notturne, piuttosto che per poche ore al giorno.

Ottimizzare il costo di un badante richiede una valutazione attenta delle proprie esigenze, nel rispetto del lavoro che la persona presta e che deve essere adeguatamente ripagato anche in virtù delle normative vigenti.

Facciamo un po’ di chiarezza su come stabilire lo stipendio di un collaboratore domestico addetto alla cura e sorveglianza dei nostri genitori anziani o un nostro caro con disabilità.

Vediamo, inoltre, quali ci sono incentivi e sussidi economici per le famiglie che assumono una badante.

Costo badante

I punti essenziali che bisogna valutare per stabilire insieme al badante, quale sarà la sua retribuzione per l’assistenza domiciliare riguardano:

  • mansioni;
  • orario di lavoro;
  • eventuale offerta di vitto e alloggio.

L’ordine dei tre punti non è casuale.

In primo luogo è necessario stabilire di quali mansioni dovrà occuparsi, valutando se l’assistito è una persona autosufficiente in toto o parzialmente, oppure se non è autosufficiente.

Fare un elenco preciso delle mansioni di assistenza personale, di gestione delle faccende e commissioni domestiche, nonché di compagnia e accompagnamento per fare visite o passeggiate, è importante sia per il datore di lavoro che per la persona assunta.

Una volta stabilito ciò, sarà più facile identificare gli orari di lavoro necessari. Un presupposto da tenere in considerazione è che il numero di ore di lavoro che un badante può effettuare, è stabilito dalla legge nel limite di 54 ore settimanali.

Questo significa che la famiglia che ha bisogno di assistenza prolungata o continua, dovrà valutare di assumere una seconda badante.

Inoltre, il fatto che la presenza del collaboratore sia richiesta durante le ore notturne, nei giorni festivi e durante le festività comandate, incide sull’ammontare dello stipendio mensile della badante.

È bene non dimenticare che una badante non è un’infermiera quindi se la persona da assistere necessita di cure o trattamenti medici bisogna valutare un servizio infermieristico a domicilio.

1. Stipendio della badante con vitto e alloggio

Dato che si offre al collaboratore la possibilità di vivere nella casa dell’assistito e di usufruire di tutti i servizi della casa e dei pasti principali, lo stipendio terrà conto del costo per i pasti e delle utenze domestiche come acqua, gas e luce.

Mediamente una badante convivente ha un costo che parte da 1.236€ al mese e può arrivare a 2.000 € al mese.

Fa fede il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di colf e badanti e ai livelli di inquadramento previsti all’articolo 9:

  • il livello A è il più basso cioè il punto di partenza per chi si approccia a questa professione;
  • il livello DS è il più alto in termini di qualificazione professionale.
  • i livelli intermedi sono il livello AS, B, BS, C, CS e il livello D.

Con decorrenza 1° gennaio 2023 pertanto, i nuovi minimi per i lavoratori conviventi sono i seguenti, suddivisi per livello:

  • livello A, euro 725,19;
  • livello AS, euro 857,06;
  • livello B, euro 922,98;
  • livello BS, euro 988,90;
  • livello C, euro 1.054,85;
  • livello CS, euro 1.120,76;
  • livello D, euro 1.318,54, più indennità pari a euro 194,98
  • livello DS; euro 1.384,46 più indennità pari a euro 194,98.

Le cifre esposte sono i valori netti da riconoscere in busta paga. A questi devono essere aggiunti naturalmente i contributi INPS, la tredicesima e il TFR che spettano al collaboratore.

2. Stipendio della badante non convivente

In base alle mansioni si sarà valutato che sono sufficienti alcune ore di assistenza domiciliare, senza prevedere quindi vitto e alloggio.

Bisognerà valutare il livello di inquadramento in base all’esperienza e se la presenza del badante è richiesta per esempio solo di notte. Le ore di lavoro notturne o festive prevedono, infatti, una retribuzione più elevata.

Anche il fatto di fornire assistenza a una persona non autosufficiente incide sulla paga oraria.

In base ai livelli del CCNL di colf e badanti, per i collaboratori non conviventi è previsto un massimo di 40 ore settimanali, da effettuarsi in 5 o 6 giorni lavorativi alla settimana, prevedendo un giorno di riposo.

Per determinare la busta paga di una badante non convivente o part time, fa fede il valore della retribuzione minima oraria prevista dal CCNL, art. 14, comma 2, lett. b).

Il minimo  stipendio orario previsto dal CCNL è pari a 4,83 euro per il livello A, mentre il valore massimo  della retribuzione per badanti che fanno assistenza a persone non autosufficienti arriva a 8,33 euro orari, ossia 1.598 euro mensili per un contratto a tempo pieno.

Sussidi economici per pagare l’assistenza domiciliare

Per fortuna ci sono diversi sussidi economici per le famiglie e per gli assistiti qualora si tratti di persone anziane o disabili o non autosufficienti.

A partire dalla Legge 104 che viene incontro alle necessità dei caregiver o dei genitori di figli con disabilità, garantendo una serie di permessi retribuiti per assentarsi dal lavoro e accudire i propri cari.

Per quanto riguarda le famiglie che assumono una badante che presti assistenza a persone non autosufficienti, nella dichiarazione dei redditi possono portare in detrazione i contributi INPS della badante sino a 2.100 €. Requisito essenziale è che il reddito del dichiarante non superi la soglia di 40.000 € annui.

Ci sono anche altri sussidi come l’assegno di cura e il nuovo PNRR ha in programma di concedere un bonus di 1.500 € alle famiglie che assumono una badante. Riguardo quest’ultimo punto attendiamo aggiornamenti.

Di tutti gli aspetti burocratici legati all’assunzione di un collaboratore per l’assistenza domiciliare, ci occupiamo noi di Royal Assistance. Solleviamo le famiglie e gli assistiti da ogni incombenza amministrativa e forniamo loro assistenza anche dopo l’assunzione. Contattaci per informazioni.

 

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