“Chi decide chi è normale?
La normalità è un’invenzione di chi è privo di fantasia”.
(Alda Merini)
L’argomento “disabilità” ha ispirato molti scrittori e registi, che in alcuni casi lo hanno affrontato da prospettive inedite e diverse, prive di retorica.
Superando i tabù e il politically correct che spesso aleggiano intorno ad una questione così delicata, sono riusciti a consegnarci prodotti artistici di spessore.
Storie e narrazioni della disabilità che ci hanno rimandato all’essenza della persona, all’io spesso disperato, a tratti gioioso, che si nasconde dietro le storie di abilità altra e che spesso tendiamo a dimenticare, distratti dall’imperfezione (non siamo forse tutti imperfetti, ciascuno a modo suo?).
La narrazione della disabilità in libreria e al cinema
Vi proponiamo alcuni titoli da scoprire, o da rileggere e rivedere. Da alcuni dei romanzi proposti è stato tratto un adattamento cinematografico, facilmente reperibile in streaming e dvd.
Il racconto di una malattia invalidante “Lo scafandro e la farfalla”
Iniziamo da “Lo scafandro e la farfalla”, romanzo autobiografico di Jean-Dominique Bauby, da cui è stato tratto il film omonimo che tra il 2007 e il 2008 si è aggiudicato il Prix de la Mise en Scène alla 60° edizione del Festival di Cannes, un Golden Globe per la migliore regia e sceneggiatura e il Prix César per migliore attore protagonista e miglior montaggio.
Narra la storia dell’autore, colpito da ictus poco più che quarantenne e rimasto prigioniero della locked-in syndrome, che trasforma il corpo in un fardello pesante e rigido, mentre la mente si mantiene perfettamente lucida.
L’occhio sinistro, l’unica parte risparmiata dalla malattia, è il solo contatto del protagonista con il mondo esterno. Con il battito della palpebra Bauby è riuscito a dettare i propri pensieri, a far emergere le emozioni contrastanti, la disperazione causata da questa tragedia improvvisa, dando forma a un romanzo di narrazione della disabilità diventato in seguito un film, entrambi molto intensi. Ha permesso alla sua anima di innalzarsi, libera da un corpo-prigione: “Lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell’anima di uscire e comunicare” (cit. dal romanzo).
Due diversità che si attraggono: “La solitudine dei numeri primi”
“La solitudine dei numeri primi” dello scrittore Paolo Giordano è un altro romanzo a tema narrazione della disabilità (Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima nel 2008) da cui è stato tratto anche un film. Nella trama vediamo dipanarsi la vita di Mattia, in parallelo a quella di Alice, affetta da anoressia.
Sul protagonista, che sviluppa problemi di autolesionismo, gravano una profonda solitudine e il senso di colpa per non essere riuscito a sopportare il peso psicologico causato dalla presenza in famiglia della piccola Michela, la sorella gemella affetta da disabilità cognitive. Mattia ed Alice si avvicineranno, senza però riuscire a superare l’abisso di solitudine che li separa. Una storia che lascia il segno.
Quando l’invalidità è relazionale: “Il quinto figlio”
La grande scrittrice Doris Lessing, premio Nobel per la Letteratura nel 2007, nel romanzo “Il quinto figlio”.
dà voce ad Harriet, la mamma di Ben, un bambino affetto da forte disabilità psico-fisica, connotata da accessi improvvisi di violenza. Con un linguaggio molto essenziale e diretto la Lessing trasmette lo sgomento, l’intrecciarsi indissolubile di odio, amore e orrore verso questa strana creatura “simile a un elfo”, che con la sua presenza ha portato una grande sofferenza psicologica e la disgregazione dei legami in una famiglia in precedenza unita e armoniosa. Sarà l’amore testardo di Harriet ad avere il sopravvento. Questo romanzo di narrazione della disabilità genera dubbi che lascia irrisolti, pone grossi interrogativi sulla maternità e si chiede e ci chiede se certe caratteristiche sperimentate come diversità siano difficilmente accettabili in sé o se non sia piuttosto la società ad influenzarne la percezione.
Un amore malato: “Il commissario Montalbano – La rete di protezione”
Anche il noto e amato commissario letterario e televisivo nazionale, Salvo Montalbano, si è imbattuto in un caso in cui la disabilità si lega in modo indissolubile all’amore, un amore talmente profondo da sfociare nella morte. Succede nell’episodio “La rete di protezione”, tratto dal romanzo omonimo del compianto Andrea Camilleri. In una Vigata trasformata in set cinematografico per le riprese di un film svedese, un uomo consegna al commissario dei filmini datati ritrovati per caso, girati dal padre ormai defunto. Le scene sono sempre uguali ed effettuate sempre nello stesso giorno. Inquadrano un semplice muro bianco. Montalbano riuscirà a ricostruire un passato di fatti d’amore fraterno e sangue, a ricomporre i contorni di un delitto commesso per compassione. E arriverà alla conclusione che su questa morte è giusto far calare il sipario della pietà, su vittima e assassino.
Royal Assistance a sostegno della disabilità
I servizi di Royal Assistance a supporto delle persone disabili e dei loro familiari sono uno strumento utile a combattere la solitudine e a vincere il senso di impotenza che spesso finiscono per avere il sopravvento su chi vive da vicino queste problematiche importanti.
Contattateci senza esitazione, saremo lieti di fornirvi maggiori informazioni.
“Non fare caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini.”
(Frida Kahlo)