Caregiver deriva dall’inglese care, cioè “cura”, e giver, “chi dà”. La parola compare per la prima volta in Italia nel 2017 con la legge n.205, entrata in vigore il 27 dicembre dello stesso anno, e introduce la figura di chi presta assistenza a una persona non autosufficiente o disabile all’interno del proprio contesto familiare.
Il caregiver si occupa, infatti, della somministrazione di farmaci e di eventuali visite mediche; della cura personale oltre ai pasti e quindi a tutto ciò che interessa l’assistenza al disabile o malato.
La legge n.205 del 2017 punta, pertanto, a offrire un sostegno economico a chi volontariamente si occupa di un familiare, essendo questo un impegno che richiede tempo e denaro.
Secondo l’ultima indagine Istat sulla “Conciliazione tra lavoro e famiglia”, sarebbero oltre 2 milioni e 800 mila, cioè il 7,7% della popolazione, le persone che assistono regolarmente un figlio o un parente non autosufficiente. In particolare, sarebbero per la maggior parte donne, di cui il 25,1 % dedica più di 20 ore a settimana alla cura del familiare, il 19,8% almeno 10 ore a settimana, il 53,4% meno di 10 ore a settimana.
I diritti a tutela dei caregivers
A tutela dei caregivers esiste la legge 104 del 5 febbraio 1992, che consente di ottenere dei permessi retribuiti mensili finalizzati all’assistenza familiare, per un massimo di tre giornate fino al congedo straordinario di due anni. Agevolazioni di questo tipo sono concesse a chi si trova in condizione di grave disabilità, che deve essere dimostrata all’INPS tramite un certificato medico. Solo in seguito i permessi possono essere richiesti direttamente al proprio datore di lavoro.
I caregivers possono, inoltre, richiedere tra le agevolazioni anche l’Ape Social, cioè un’identità garantita dallo Stato, erogata dall’INPS e rivolta ai soggetti in difficoltà che abbiano compiuto almeno 63 anni e che offrono assistenza da almeno sei mesi. L’indennità viene percepita fino al raggiungimento dell’età pensionistica.
Tra i diritti a tutela dei caregivers, c’è anche la possibilità di chiedere un bonus di 1800 euro erogato dall’INPS. Mensilmente, la persona richiedente riceverà un massimo di 150 euro. Può fare domanda il familiare o il genitore di un figlio disabile che attesti un grado di invalidità di almeno il 60%.
Royal Assistance e i servizi di assistenza
Assistere un proprio caro non è mai una scelta o una situazione facile e proprio da questa consapevolezza nasce Royal Assistance, che con le sedi situate nelle province di Padova e Venezia offre servizio a cittadini privati e ai loro familiari.
Fondata l’11 settembre 2011 da Christian Marcati e Marco Moro,
- è nata come SAS, ovvero Società accomandita semplice, e a maggio 2012 si è trasformata in Cooperativa Sociale Blu;
- in seguito, Royal Assistance è diventato un marchio della cooperativa Blucoop, cioè una nuova cooperativa di assistenza risultato dell’impegno dei tre soci, Christian Marcati, Elsa Conton e Gianfranco Russian, che hanno unito le loro competenze ed esperienze professionali.
Oggi sono in tutto quattro le sedi aperte, situate nelle città di Padova, Dolo, Piove di Sacco e Cittadella.
A dieci anni dalla fondazione, sono più di 5000 le famiglie che Royal Assistance ha aiutato con la stessa continuità e serietà che la contraddistingue.
I servizi che offre si esplicano nelle collaborazioni con gli enti pubblici e con le diverse realtà del territorio, tra cui centri diurni e residenze protette, nelle organizzazioni di soggiorni per disabili e anziani oltre alle sinergie ormai strette con le associazioni di volontariato.