Bramblitt, pittore cieco che sfida l’handicap con l’arte

 

Si chiama John Bramblitt il pittore cieco statunitense diventato celebre per la sua tecnica di pittura alternativa, nata come adattamento alla condizione che lo affligge.

Attraverso il tatto l’artista esplora le superfici che dipinge, aiutandosi con la fine sensibilità digitale sviluppata in seguito alla menomazione: tanto sfruttando i differenti rilievi negli strati di pittura (nel tenere traccia delle forme in fase di sviluppo), quanto analizzando la densità dei vari colori in lavorazione. Così da poter scegliere sapientemente quelli che da lui verranno impressi su tela.

“poiché i colori ad olio sono costituiti da sostanze diverse, hanno una viscosità e una consistenza che varia leggermente da colore a colore. ” John Bramblitt

La magia dei colori di Bramblitt, pittore non vedente

John Bramblitt, nativo di El Paso (Texas), affronta con la perdita della vista la drammatica conseguenza di un attacco epilettico, che lo colpisce nei primi anni 2000.

La disabilità lo coglie già in età adulta e  viene definita “cecità funzionale”: l’artista è capace di distinguere la luce dal buio attraverso varie sfumature, ma di fatto non può vedere altro.

A dispetto dell’handicap, grazie all’utilizzo di speciali flaconi di pitture ed acquerelli dalle descrizioni in Braille, il pittore cieco dimostra un impiego consapevole del colore che restituisce opere dalle tonalità vivide e brillanti.

Dipinti stilisticamente catalogabili a cavallo tra impressionismo e pop art, che colpiscono lo spettatore per le loro atmosfere vitali e sognanti, che rendono unici e speciali soggetti di carattere quotidiano.

Tecniche di pittura alternative oltre la barriera dell’handicap

Quello di questo straordinario pittore cieco non è un solo caso isolato: numerosi altri artisti hanno deciso di perseguire il loro talento nonostante l’afflizione da patologie e condizioni svantaggiose di varia natura.

Da disturbi psicologici a menomazioni fisiche, passando anche per disabilità di grande entità, l’arte ha da sempre nutrito una galassia di individui per i quali il proprio handicap si è rivelato tratto caratteristico per esprimere la propria interiorità, se non addirittura il proprio genio.

Il panorama più recente ci offre gli esempi più disparati di come capacità adattativa dell’essere umano e volontà di auto-espressione si incontrino nel generare tecniche di pittura alternative. Ne sono esempio la weelchair painting, coniata dallo statunitense Tommy Hollenstein, la quale prevede l’utilizzo delle ruote della sedia a rotelle come pennello per riempire tele poste al suolo.

E ne sa qualcosa anche l’artista venezuelano Leonardo Gerulewicz che da anni insegna e promuove la pittura e la libertà d’espressione a persone affette da handicap, in particolare attraverso lo stile pittorico del puntinismo.

Ma non solo di pittura si parla. Anche la scultura tra le arti figurative è terreno per sfidare il limite della disabilità.

Come il pittore cieco Bramblitt, Felice Tagliaferri si avvale dell’esperienza tattile per definire e modellare “i sogni”. Immagini che emergono dalla sua mente e vengono interamente trasferite all’opera esperta e sensibile delle mani dello scultore. Il quale, come il pittore non vedente, non può avvalersi dello strumento della vista.

Da persona non vedente il mio impegno è da sempre rivolto al diritto alla fruizione dell’arte da parte di tutti, ciascuno secondo le proprie possibilità.”
Felice Tagliaferri

L’esplorazione dell’arte attraverso la disabilità

L’esperienza che Bramblitt ha della pittura si rivela terapeutica e di carattere determinante nell’accettazione positiva della propria condizione di svantaggio.

In seguito a un iniziale periodo di gestazione artistica in cui emergono emozioni quali frustrazione, rabbia e vergogna nei confronti delle prime opere “al buio”, gradualmente e attraverso l’esercizio l’artista si scopre sempre più sereno e felice delle sue rinnovate capacità espressive.
Tanto da voler iniziare a condividere la sua opera pittorica con il mondo, organizzando mostre e ottenendo nel tempo attenzione e riconoscimento per il suo lavoro.

Oggi la sua tecnica di pittura alternativa è diventata un modello di riferimento per le persone affette da disabilità visive.

Un vero e proprio stile codificato, che lo stesso pittore cieco insegna al pubblico, mediante dei workshop nei quali promuove l’esercizio delle capacità artistiche individuali, sfruttando l’handicap come elemento chiave d’auto-espressione e per poter raccontare la propria disabilità agli altri.

Non solo espressione di sé: i bisogni molteplici dei portatori di handicap

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